Rigenerare il prato può essere necessario quando l’erba è secca o bruciata in alcuni punti, o se presenta zone diradate.
Questo può avvenire a causa di malattie fungine, gelate invernali, eccessiva esposizione al sole o eccesso di siccità durante la stagione estiva. Inoltre, il prato può danneggiarsi in seguito al calpestio delle persone o alla presenza di animali.
Quando il prato è secco e diradato a zone, si può prendere in considerazione la rigenerazione, un modo per intervenire solo sulle zolle ingiallite o spoglie.
Di cosa parliamo
Come rigenerare un prato
La prima cosa da fare è controllare che il tappeto erboso sia in salute, verifica l’eventuale presenza di muschio, oppure di erba ingiallita.
Se trovi del muschio usa un concime ferroso per rimuoverlo, inoltre, l’operazione di rigenerazione sarà molto utile per prevenirne lo sviluppo, poiché andremo a migliorare l’arieggiamento dell’erba e del terreno.
Se noti erba gialla, la colpa potrebbe essere di una malattia fungina, in questo caso, prima di rigenerare il prato, trattalo con prodotti specifici, per evitare che il problema si diffonda a tutto il manto erboso.
Rasa il prato
Si procede con il taglio del prato, l’altezza deve essere di 3-5 cm, in modo che sia ben visibile il terreno tra le zolle diradate. Dopo la rasatura, bisogna raccogliere lo sfalcio, che potrai compostare o eliminare.
Rimuovi il feltro
Alla base delle piante è possibile sia presente del feltro, composto da foglie secche, radici e vari residui, che si sono compattati nel corso del tempo, dando vita a questo strato.
Se ha uno spessore minimo, potrebbe essere utile per tenere fresco il prato e rafforzarlo, se invece è alto vari centimetri, può limitare l’aereazione e la permeabilità, e soffocare i nuovi germogli.
In questo caso va rimosso usando gli arieggiatori, strumenti appositi che penetrano nel feltro e lo sollevano dal terreno e poi, usando un rastrello, si procede alla rimozione della risulta.
Risemina del prato
Dopo questa operazione, è possibile notare facilmente le zone diradate del prato, perché ci sarà molto più spazio tra le varie zolle.
Ora puoi procedere alla risemina del prato, usando dei sementi simili a quelli usati per tutto il manto erboso.
Ricorda di sceglierli in base al tipo di terreno, alla posizione, al clima, ad esempio, esistono semi per prati all’ombra, oppure altri più adatti a resistere alla siccità.
La semina va effettuata con cura, facendo in modo che i semi cadano nei posti dove il prato è più diradato, ma attenzione alla quantità, che non deve essere mai eccessiva.
Terriccio e annaffiatura de prato
Posto a dimore i semi, bisogna coprirli e concimare. Puoi aggiungere sabbia dove il terreno risulta più compatto, e stallatico, dove invece sembra povero di nutrienti.
I semi vanno coperti con 1 o 1,5 cm di terra, il terriccio deve essere ricco, leggero, mescolata a un po’ di sabbia e concime granulare a lento rilascio, in modo da nutrire sia i germogli che le piantine.
Il terreno va distribuito con un rastrello e poi rullato per far aderire meglio il terriccio ai semi e questi al terreno.
Si procede con l’innaffiatura, che va ripetuta tutti giorni fino a germinazione delle piantine. Durante l’autunno e la primavera, le precipitazioni sono più frequenti e potrebbero ridurre la necessità di procedere manualmente all’irrigazione.
Primo taglio dell’erba
Bisogna dare il giusto tempo all’erba di crescere, in modo che le radici siano forti e ben sviluppate nel terreno.
Il primo taglio va fatto quando il prato raggiunge l’altezza di 10-15 cm, poi si procederà con rasature regolari, ogni 3-4 giorni. Questo serve a far sviluppare meglio le graminacee prative e a ridurre la presenza di infestanti.
Seguendo questa procedura avrai rigenerato il prato senza il bisogno di rifarlo completamente da capo.
Rigenerazione prato: quando farla?
La rigenerazione del prato va fatta nelle mezze stagioni, quando le temperature sono più miti, ovvero, quando non c’è rischio di gelate o di sole troppo forte che può danneggiare le piantine.
Quindi, devi procedere a rigenerare il prato in autunno o in primavera, quando le precipitazioni tipiche di questi due periodi, aiuteranno a ridurre la necessità delle annaffiature. Febbraio-marzo e settembre-ottobre, i mesi migliori.